giovedì 16 maggio 2013

La guerra (micro)tecnologica

Sono prospetive ben poco fantascientifiche quelle segnalate da un recente approfondimento di Wired, sullo stato dello sviluppo della micro e nanotecnologia applicata agli apparati e ai dispositivi bellici in evoluzione costante. E se manca ancora qualche anno alla realizzazione del robo-calabrone antiterrorista a cui sta lavorando Israele, i Micro Air Vehicle assassini sono già  tra noi.                                                                                                                       C'è ad esempio il Wasp, micro mezzo aereo di 41 centimetri e di soli 275 grammi di peso, già in ricognizione sui pericolosi cieli del mai pacificato Afghanistan. Si controlla con un radiocomando che sembra un Gameboy, ed è quasi impercettibile tanto da potersi avvicinare all'obiettivo senza essere notato. È in sviluppo una nuova versione, già ribattezzata "Talibanator", che permetterà di inserire esplosivo C4 sul mezzo, in modo da colpire cecchini ben appostati o contrattaccare eventuali azioni kamikaze.                                                                Negli States, l'Air Force pensa a munizioni microscopiche, pensate per sfiancare le forze nemiche o colpirne i punti nevralgici per renderle inoffensive. Un MAV appositamente progettato potrà agevolmente montare queste micro munizioni e depositarle direttamente nel centro di comando o dentro i fortini dei nemici.

Si pensa in particolare ad apparati anti-elettronici, in grado di rilasciare una nuvola di microfibre ricoperte da uno strato metallico per paralizzare le comunicazioni. Qualcosa di simile alle armi usate dalle forze alleate e americane sulle centrali elettriche serbe durante la guerra del Kosovo, ma portate a destinazione da mezzi quasi invisibili piuttosto che da aeri dal costo di milioni di   dollari.                                                  È sostanzialmente inutile, dicono infatti alcuni esperti, fronteggiare la moderna milizia abituata a combattere in scenari complessi come quelli delle disastrate metropoli mediorientali con il dispiegamento di mezzi da battaglia potenti, costosissimi e difficili da adoperare senza recare danni alla popolazione civile. Meglio in questo caso usare qualcosa come le formiche da battaglia, piccoli robot in grado di fare danni limitati se presi singolarmente, ma letali nell'effetto di un attacco cumulativo. Ci sono anche gli aghi velenosi, tanto pericolosi da essere banditi dai trattati ma che la CIA ha usato sin da 1950 e che non sono di certo spariti dalla circolazione.     
Una prospettiva che si fa sempre più vicina, tanto da suscitare congetture sui possibili effetti dell'utilizzo dei Micro Air Vehicle da parte dei terroristi internazionali: "Dopo un periodo iniziale di sviluppo, molti paesi potrebbero produrli" ha detto Juergen Altmann, ricercatore della Dortmund University, che mette in guardia sull'uso indiscriminato dei micro-mezzi da guerra di nuova concezione, potenzialmente in grado di causare vittime fra i civili o di finire per dare una mano ai terroristi che dovrebbero invece aiutare a debellare. Assassinii politici mirati, trasporto di armi biologiche all'interno di infrastrutture protette, i possibili scenari sono molteplici: anche per questo, Altmann propone di bandire a livello internazionale i MAV e le nanotecnologie applicate alla guerra, alla stregua delle misure già prese contro le mine antiuomo. Per ora, ad ogni modo, lo sviluppo delle macchine da nano-guerra procede veloce e indisturbato.
Ed ora fossi in voi occuperei i miei prossimi due minuti a osservare attentamente il video seguente, in quanto ci si può rendere conto di quanto lontana e quanto velocemente sta andando la moderna microelettronica applicata alla robotica, che ha permesso di creare geniali automi come questa libellula.
Buona visione! 

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